Credo che la maggior parte degli scavatori abbia provato un senso di timore – quasi d’imbarazzo – penetrando in una stanza chiusa e sigillata da pie mani tanti secoli prima. Per un attimo il tempo, fattore della vita umana, perde tutto il suo significato.

Così parla Howard Carter nel suo diario di scavo della Tomba di Tutankhamon. Effettivamente non bisognerebbe mai dimenticare che coloro che oggi sono “oggetto” di studio sono state persone come noi, con i propri sentimenti e le proprie paure. Bisognerebbe avere un rispetto reverenziale dal momento che stiamo violando il loro luogo di “riposo eterno”.