Gli artigiani egizi erano organizzati come le botteghe rinascimentali. È quanto emerge da un nuovo studio condotto dall’Università di Varsavia nel Tempio Funerario di Hatshepsut.

Costruito circa 3500 anni fa dalla regina-faraone Hatshepsut, il Tempio di Deir el-Bahari è uno dei maggiori siti archeologici di tutto l’Egitto. Il team condotto dall’archeologa Anastasiia Stupko-Lubczynska ha restaurato i rilievi della stanza più grande del tempio: la Cappella di Hatshepsut. Si tratta della camera dedicata al culto del faraone, le cui pareti sono coperte da 200 figure scolpite che portano offerte alla regina seduta in trono.

Prima di pulire e restaurare le pareti danneggiate del tempio, gli archeologi hanno copiato in scala 1:1 tutte le incisioni. Dopo 3500 anni, qualcuno ha ricalcato i tratti incisi dagli antichi artigiani, facendo un percorso a ritroso nel tempo. Questo meticoloso lavoro ha permesso d’indagare a fondo le tecniche di realizzazione dei rilievi, evidenziando dei particolari molto importanti.

Maestri e Apprendisti

Come già noto da altri siti, i rilievi venivano ricavati da disegni preparati con l’aiuto di griglie per definire le proporzioni. Le aree con scene meno complesse presentano diverse correzioni. Qui lavoravano e venivano formati gli studenti, che cercavano di mettere in pratica gli insegnamenti del maestro.

Ci sono aree in cui è però evidente l’interazione fra maestro e apprendista. Le parrucche dei portatori di offerte sono un esempio perfetto: il lavoro veniva iniziato dall’artista e rifinito dallo studente. A differenza di quelle eseguite dai maestri, che presentano pochi colpi di scalpello, le parrucche realizzate dagli apprendisti presentano numerose scalpellate e un lavoro grossolano.

Il personaggio di sinistra ha la parrucca scolpita da un’apprendista, quello di destra da un maestro. Le differenze sono evidenti. Infatti, le aree che richiedevano un livello di dettaglio elevato erano assegnate ai maestri. In particolare, i volti presentano una raffinatezza che solo un artista vero poteva raggiungere.

Ne emerge un quadro che ricorda molto da vicino le botteghe rinascimentali, dove sfondi e personaggi secondari erano delegati agli apprendisti, mentre al maestro toccava occuparsi dei compiti più impegnativi.

Possiamo immaginare quindi squadre di scalpellini intenti a scolpire le pareti, supervisionate da maestri di talento pronti a intervenire per correggere le imperfezioni.

Photo credits ©A. Hallmann, J. Kościuk & M. Jawornicki

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