Come anticipato nell’ultima conferenza a Saqqara (leggi articolo), Zahi Hawass ha annunciato nella giornata di ieri nuove importanti scoperte a Saqqara.

Gli scavi si sono concentrati nei pressi della piramide di Teti, primo faraone della VI Dinastia. I ritrovamenti riguardano un periodo di tempo che va dall’Antico al Nuovo Regno. Proviamo quindi a fare un po’ di ordine, anche perché nell’annuncio c’è qualcosa che non quadra…

Ritrovamenti relativi all’Antico Regno

Siamo all’inizio della VI Dinastia, l’ultima relativa alla gloriosa epoca delle piramidi. Hawass ha annunciato la scoperta del tempio funerario della regina Nearit, moglie di Teti. Qui iniziano i problemi. Purtroppo non è nota nessuna regina con questo nome legata al faraone Teti. Le uniche mogli conosciute sono Khentkaues III, Khuit II e soprattutto Iput I, figlia del faraone Unis. Le opzioni sono due:

  • Hawass ha scoperto una nuova moglie di Teti sino ad ora sconosciuta
  • c’è un clamoroso errore di traduzione dall’arabo all’inglese

In effetti, il nome “Nearit” è pericolosamente simile alle parole inglesi “near it”. È probabile quindi che ci si riferisca al tempio funerario di una delle mogli di Teti, scoperto “vicino alla” piramide del faraone. Per fortuna in un’intervista Zahi Hawass ha chiarito ogni dubbio. L’ipotesi è la prima, ovvero è stata scoperta la tomba di una moglie di Teti sino ad ora sconosciuta, il cui nome è Neith. All’interno della struttura sono state ritrovate tre costruzioni in mattoni di fango. Si tratta di magazzini utilizzati per ospitare le provviste necessarie alle offerte dedicate al ka della defunta regina.

Ritrovamenti relativi al Nuovo Regno

Sempre nella stessa area, sono stati individuati 52 pozzi funerari profondi 10-12 metri. All’interno erano custoditi centinaia di sarcofagi antropomorfi di legno, decorati con testi funerari e divinità. In un nascondiglio poco distante, sono stati scoperti altri 50 sarcofagi di legno. I corpi sono in ottimo stato di conservazione, e molti sono provvisti di maschere funerarie.

Le sepolture sono corredate da diversi oggetti. In particolare, si segnalano numerose statue di divinità, fra cui Anubis e Ptah-Sokar-Osiride. Quest’ultima divinità è strettamente legata all’area di Saqqara da tempi immemorabili.

Un papiro di quattro metri di lunghezza riporta il Capitolo 17 del Libro dei Morti, ed appartiene ad un certo Bukhaef. Mentre un cofanetto di legno, con il dio sciacallo sul coperchio, conteneva diversi ushabti in faience. Fra i ritrovamenti si segnalano anche una scatola da gioco (Senet?), modellini di barche in legno, uno specchio e un’ascia di bronzo.

Una stele in calcare, molto ben conservata, appartiene ad un funzionario della XIX Dinastia di nome Khaptah, “Supervisore del Carro da Guerra del Re”. Nella parte superiore, il defunto, con sua moglie Mutemuia e la piccola Aia, sta presentando un’offerta a Osiride seduto sul trono. In basso, Khaptah e sua moglie sono seduti, mentre una delle figlie, inginocchiata ai loro piedi, annusa un fiore di loto. Di fronte, sono rappresentati il resto dei figli della coppia su due registri separati: in alto tre figlie inginocchiate che annusano un fiore di loto, in basso tre figli che presentano offerte. I nomi presenti su questa stele rivelano il profondo legame con il periodo in cui fu realizzata. Infatti, Nefertary e Khaemuaset sono due figli di Khaptah, nomi strettamente legati alla casata di Ramesse II.

L’ultimo ritrovamento degno di nota è un santuario in mattoni di fango con il cortile lastricato in calcare levigato. Proprio al di sotto di questo cortile, il team direttao da Zahi Hawass ha ritrovato un pozzo funerario profondo 24m! Secondo l’archeologo egiziano la sepoltura è ancora intatta, ma deve essere ancora indagata.

Insomma, un bel carico di ritrovamenti per continuare la scia positiva del 2020.

Aspettiamoci nei prossimi mesi nuovi annunci dall’Egitto.

Foto ©Zahi Hawass

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